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Programmatic ADV

Programmatic Advertising: i trend del 2024

 
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Che cosa è?

Il Programmatic Advertising è un procedimento digitale che si basa sull’acquisizione di dati provenienti da cookie e pixel, sistemi di monitoraggio che permettono di identificare le azioni tipiche degli utenti e clienti target. Successivamente, utilizzando informazioni raccolte, gli spazi pubblicitari vengono acquistati automaticamente attraverso piattaforme tecnologiche dedicate.

Cerchiamo di capire quali saranno i trend del 2024.

 

  1. LA PRIVACY:

    Google Chrome smetterà di supportare i cookie di terza parte a partire dalla seconda metà dell’anno, per salvaguardare la privacy degli utenti.

    Le conseguenze di questa decisione avranno un impatto significativo sul mondo della pubblicità digitale.

    Il Programmatic Advertising, che dipende fortemente dai dati di terza parte, sarà particolarmente colpito. Le attività di targeting, remarketing dinamico e la gestione della sovraesposizione dell’utente subiranno una battuta d’arresto significativa.

  2. CONTEXTUAL TARGETING & NATIVE ADVERTISING:

    Nel 2024, con una diminuzione della forza della pubblicità targetizzata, ci si aspetta un aumento del Contextual Targeting nell’ambito programmatic. Questo approccio pubblicitario non si concentra sulla profilazione degli interessi dell’utente, bensì consente di posizionare l’annuncio in un contesto specifico e pertinente per l’utente.

    L’incremento dell’adozione di questo approccio potrebbe contribuire alla crescita del Native Advertising. Questa forma di pubblicità programmatica consente l’inserimento di annunci all’interno di articoli e contenuti in modo apparentemente nativo. Gli annunci assumono quindi l’aspetto di articoli approfonditi e si integrano in modo coerente con il contesto in cui sono visualizzati.

  3. RETAIL MEDIA:
    Il 2024 si prospetta come un anno promettente anche per il Retail Media.

    Secondo WARC Media, gli investimenti globali in Retail Media prevedono una crescita superiore al 10% rispetto all’anno precedente, raggiungendo quasi i 130 miliardi di dollari.

    Il Retail Media è un nuovo canale di comunicazione che sfrutta gli spazi pubblicitari dei rivenditori per presentare annunci di altri inserzionisti.

    Questo approccio offre due vantaggi cruciali. Da un lato, gli inserzionisti hanno l’opportunità di comunicare con una nuova fascia di consumatori attraverso queste ampie vetrine. Dall’altro, i dati dei rivenditori sono messi a disposizione degli inserzionisti, che possono utilizzarli come dati di prima parte.

  4. GLI EDITORI:
    In un contesto digitale in cui i dati di terza parte stanno perdendo gran parte del loro valore, gli editori ritornano a rivestire un ruolo centrale.

    Con l’avvento del 2024, gli editori avranno a disposizione due strumenti per incrementare le entrate e supportare gli inserzionisti nelle loro campagne. Il primo strumento è il tradizionale modello di vendita dell’inventario, attraverso il quale gli editori continueranno a monetizzare i loro spazi. Il secondo strumento sarà l’aumento della vendita di dati proprietari, che, essendo dati di prima parte, non saranno influenzati dalla transizione al cookieless.

  5. LE TV CONNESSE:

    Anche nel 2024, la crescita della Connected TV non mostra segni di rallentamento. Si anticipa un aumento del 15% negli investimenti pubblicitari su questo mezzo, attribuibile alle numerose opportunità fornite dal mercato digitale.

    Le Connected TV sono in grado di sfruttare un’ampia gamma di prodotti trasmessi principalmente attraverso app su televisori connessi, contribuendo così a tale crescita.

    Il settore dello streaming è in costante crescita e sta sfruttando sempre di più le possibilità offerte dalla pubblicità, tanto da avvicinare sempre più il mondo di SVOD (Subscription Video on Demand) e AVOD (Advertising Video on Demand).

  6. IN APP ADS:

    La prossima deprecazione dei cookie di terza parte ha aperto la strada all’utilizzo del MAID (Mobile Advertising ID) come principale strumento di tracciamento. Questo sistema si basa sul device mobile dell’utente.

    Con l’adozione del MAID e la crescente preferenza della generazione Z per l’utilizzo dei dispositivi mobili, è plausibile attendersi che una significativa parte della spesa nel programmatic advertising sia destinata all’in-app advertising.

    La crescita dell’in-app advertising sarà trainata principalmente da due aspetti. In primo luogo, si concentrerà sulla possibilità di presentare annunci ancor più adatti all’ambiente mobile. In secondo luogo, si concentrerà sulla volontarietà dell’esperienza pubblicitaria.

  7. REALTA’ AUMENTATA & CUSTOMIZZAZIONE:

    Con la crescente domanda di prodotti sempre più personalizzati, la customizzazione è diventata una priorità imperativa. Gli utenti cercano sempre più di lasciare il proprio segno sui prodotti che intendono acquistare, definendo dettagli e cercando un’esperienza personalizzata.

    Per soddisfare questa esigenza, alcuni brand hanno adottato soluzioni pubblicitarie in programmatic che utilizzano la realtà aumentata per mostrare all’utente il risultato della personalizzazione, coinvolgendolo direttamente nella creazione del prodotto.

  8. INTELLIGENZA ARTIFICIALE:

    L’Intelligenza Artificiale emerge come una soluzione chiave per organizzare l’ampia quantità di dati alla base del digital advertising, e il Programmatic non è un’eccezione. Gli sviluppi recenti nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale aprono nuove prospettive su come questa tecnologia possa ottimizzare le performance e rendere più efficienti le campagne pubblicitarie.

    Da un lato, alcuni attori del settore hanno già introdotto soluzioni che integrano l’Intelligenza Artificiale nell’intero processo di acquisto dei media, potenziando il machine learning. Dall’altro lato, l’Intelligenza Artificiale può essere impiegata per filtrare i dati e comprendere come utilizzarli in modo più efficace. Alcune tecnologie allo studio, infatti, sono in grado di colmare le lacune nei dati mediante l’uso dell’IA.

 

Il Cookiegeddon avrà un ruolo fondamentale nel plasmare il panorama digitale, specialmente nel secondo semestre dell’anno. Nonostante ciò, vi sono anche altri trend destinati a influenzare le dinamiche nel campo del programmatic, potenzialmente in grado di compensare il vuoto lasciato dai cookie di terza parte.

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