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Il Nomadismo Digitale

Scopriamo insieme i trend del nomadismo digitale

 
nomadismo digitale

Negli ultimi anni, abbiamo presenziato a significativi cambiamenti nelle dinamiche lavorative, catalizzati da circostanze globali inattese e dall’avanzamento incessante della tecnologia.

Recentemente, la pandemia, ha trasformato il “lavoro temporaneo da remoto” in una prassi consolidata per molti e ha aperto le porte a nuove modalità di lavoro, come il nomadismo digitale e le politiche di lavoro ibride.

Successivamente, l’esplosione dell’Intelligenza Artificiale nel 2023 ha cambiato il modo di lavorare: dall’oggi al domani, l’IA è diventata un elemento integrante della nostra professionalità, con tutte le implicazioni positive o negative che ne derivano.

Ciò che inizialmente sembrava una semplice risposta temporanea a eventi eccezionali, sta ora rivelando la sua vera natura: un cambiamento nella nostra concezione del lavoro, della produttività e dell’equilibrio tra vita professionale e personale.

 

Nel Terzo Report sul Nomadismo Digitale in Italia, curato dall’Associazione Italiana Nomadi Digitali emergono 6 tendenze fondamentali che stanno plasmando il futuro del lavoro remoto e del nomadismo digitale.

 

 

1. LAVORO IBRIDO E FLESSIBILE

Il 2024 si prevede come l’anno in cui le politiche di lavoro flessibili e ibride diventeranno la norma per molte aziende, sia in Italia che a livello globale. Questo cambiamento riflette una crescente necessità di adattarsi alle esigenze dei dipendenti e di attrarre talenti da tutto il mondo.

La combinazione di lavoro in ufficio e da remoto sta emergendo come la preferenza per la maggior parte delle aziende, offrendo maggiore flessibilità e migliorando la qualità della vita dei dipendenti. Inoltre, si rivela una strategia efficace per le aziende, consentendo loro di accedere a un pool più ampio e diversificato di talenti.

Le proiezioni dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano indicano che il numero di lavoratori da remoto in Italia raggiungerà i 3,65 milioni entro il 2024, registrando un notevole aumento rispetto agli anni precedenti.

L’adozione di politiche flessibili rappresenta una risposta diretta alle mutate esigenze e alle nuove aspettative dei lavoratori, i quali sempre più spesso ricercano posizioni che garantiscono libertà e autonomia.

Secondo l’ultima indagine condotta da BeDigital Academy, oltre il 55% del campione intervistato, pari a più di 5 italiani su 10, esprime il desiderio di lavorare da remoto e abbracciare lo stile di vita del nomadismo digitale. Le statistiche di Nomad List, inoltre, indicano che nel 2023 più di 800.000 persone di nazionalità italiana, iscritte alla piattaforma, si definiscono nomadi digitali.

 

 

2. L’AUMENTO DEL NOMADISMO DIGITALE:

Un nomade digitale è un individuo che utilizza le tecnologie digitali per lavorare da remoto, guadagnandosi da vivere e conducendo uno stile di vita nomade. I nomadi digitali sono professionisti che svolgono il loro lavoro da luoghi remoti, spesso viaggiando in tutto il mondo, grazie all’uso di tecnologie come il Wi-Fi, gli smartphone e il cloud computing.

Il 2024 rappresenta un momento di trasformazione significativa nel panorama del nomadismo digitale, con una tendenza crescente verso una maggiore diversificazione delle destinazioni e la formazione di comunità di nomadi digitali più stabili.

Le destinazioni precedentemente popolari tra i nomadi digitali stanno cedendo il passo a luoghi meno noti ma altrettanto affascinanti. Piccoli borghi e città di dimensioni medie diventano sempre più allettanti per il loro stile di vita tranquillo e autentico, combinato a costi di vita più accessibili.

Contemporaneamente, si osserva un aumento significativo degli spazi di coworking e co-living che si diffondono nelle nuove destinazioni. Questi luoghi fungono da centri dove i nomadi digitali possono incontrarsi, scambiare idee e creare reti professionali e personali, contribuendo ulteriormente alla crescita di queste comunità.

 

 

3. LE PREFERENZE ABITATIVE:

L’evoluzione del lavoro remoto e del nomadismo digitale potrebbe avere un impatto significativo sulla distribuzione demografica in Italia nel 2024, determinando un cambiamento significativo nelle preferenze abitative e nella scelta dei luoghi di vita e lavoro.

Secondo il “Secondo Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia” dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali, basato su un sondaggio internazionale con oltre 2200 partecipanti, l’Italia si rivela un’attrattiva per i nomadi digitali, sia nazionali che stranieri. Il 93% degli intervistati manifesta interesse a soggiornare temporaneamente in piccoli comuni e borghi, attratti dalla qualità della vita superiore rispetto ai grandi centri urbani.

Questa tendenza è confermata anche da un’indagine precedente condotta dall’INAPP, che prevede un significativo cambiamento nel panorama urbano italiano se il lavoro agile diventasse comune. Oltre un terzo degli occupati si sposterebbe in piccoli centri o luoghi isolati immersi nella natura, portando introiti significativi in zone periferiche solitamente poco frequentate dal turismo classico.

 

 

4. LE POLITICHE GOVERNATIVE:

Nel corso del 2023, abbiamo notato un crescente interesse da parte dei governi nel promuovere politiche specifiche per attrarre i nomadi digitali, una strategia volta a sfruttare il potenziale economico e innovativo che i professionisti da remoto possono offrire.

Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, su 54 Paesi che offrono il “Digital Nomad Visa”, quasi la metà (47%) propone visti con durata massima di un anno, il 39% esenta almeno in parte i nomadi digitali dal pagamento delle tasse locali, mentre solo il 17% non richiede un reddito minimo, indicando che l’obiettivo è attirare professionisti con una certa stabilità finanziaria.

Tuttavia, il 2023 è stato anche l’anno in cui alcuni Paesi, che inizialmente avevano introdotto politiche fortemente attrattive, hanno deciso di fare marcia indietro. Ad esempio, il Portogallo eliminerà le agevolazioni fiscali per i professionisti stranieri e per i nomadi digitali a partire dal 2024.

 

 

5. LO SVILUPPO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE:

Con l’introduzione di tecnologie come il 5G e la banda larga ad alta velocità, l’accesso a Internet si estende sempre più, consentendo ai lavoratori remoti di operare efficacemente da quasi ogni parte del mondo.

Questo avanzamento infrastrutturale non solo facilita la connettività, aprendo nuove opportunità di lavoro e collaborazione, ma rende potenzialmente più democratico l’accesso alle opportunità offerte dal lavoro remoto.

Parallelamente, un’altra tecnologia sta rivoluzionando il modo in cui concepiamo il lavoro: l’intelligenza artificiale generativa. Questa innovazione, in grado di automatizzare numerosi processi e ottimizzare i flussi di lavoro, sta cambiando radicalmente le modalità lavorative per tutti: talvolta è un prezioso alleato per i professionisti in vari settori, altre volte una minaccia che può limitare le opportunità lavorative.

 

 

6. SVILUPPO DI NUOVI PROFILI HR:

Inoltre, nel corso del 2024, emergerà un’altra tendenza, in sintonia con quanto osservato finora e con la crescente necessità delle aziende di gestire una forza lavoro distribuita in diverse località: la nascita di figure specializzate in risorse umane (HR) per la gestione del lavoro remoto.

Le funzioni delle risorse umane, solitamente concentrate sulla gestione del personale in loco, si trovano ora a dover adattare le proprie pratiche a un ambiente lavorativo in cui i dipendenti possono essere situati in qualsiasi parte del mondo.

Queste nuove figure HR non solo si occupano delle pratiche amministrative, ma prestano particolare attenzione a aspetti critici come il benessere dei dipendenti. In un contesto di lavoro remoto, mantenere un elevato coinvolgimento dei lavoratori diventa una priorità, il che richiede l’implementazione di strategie innovative per costruire una cultura aziendale forte e coesa nonostante la distanza fisica.

Un altro aspetto chiave è la formazione a distanza. I reparti HR specializzati devono oggi sviluppare e gestire programmi di formazione sempre più efficaci e accessibili a un pubblico globale. Questo include l’utilizzo di tecnologie avanzate come piattaforme di e-learning, realtà virtuale e intelligenza artificiale per creare esperienze formative immersive e personalizzate.

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